Non so perché, ma capita una cosa strana a noi italiani: abbiamo una lingua che probabilmente incuriosisce, e gli stranieri hanno sempre voglia di imparare qualche parola in italiano.

Sembra impossibile, ma in casa nostra, qui a Flagstaff (nazioni rappresentate: Italia, Canada e Australia), non ci salutiamo più con “Good morning” e “Hi!”, ma direttamente con “Ciao” o “Ciao belli!”.

Tutti nel gruppo dicono “Grandeeeeee!”, perché è una tipica espressione-Fabian. Quelli che hanno avuto l’occasione di conviverci per qualche periodo, durante i ritiri, hanno imparato anche altre parole, le migliori che Ale potesse insegnare loro: “frocione”, “culo”, varie altre esclamazioni e parolacce, che è sempre utile sapere nelle varie lingue (date in mano un dizionario di inglese, francese, spagnolo ad un ragazzino, e le prime cose che andrà a cercare saranno sicuro le parolacce).

Il ragazzo belga che stava in appartamento con noi l’estate scorsa ci ha detto che dopo un paio di settimane insieme aveva imparato anche “amore” e “cacca” (che si dice cacca anche da loro); per spiegargli il significato dell’appellativo con cui lo chiamava sempre Ale gli abbiamo detto: “Frocione is a big gay”. Ora chiamano tutti così Ale (ovviamente in tono affettuoso), ma aggiungono che io sono solo una copertura…

Quando hai tutte le intenzioni di correre… Ma ti trovi a combattere col jet-lag… e non sai se rimanere a letto!

Durante i primi giorni qui, in cui io ero totalmente sballinata, dormivo indifferentemente mattina, mezzogiorno e sera (mai di notte!), e dovevo guardare il telefono per capire che giorno della settimana fosse, loro tornavano dagli allenamenti e mi trovavano solitamente sul divano, a leggere. Una mattina la nostra coinquilina canadese, che aveva chiesto ad Ale di insegnarle qualcosa da dirmi in italiano (presumibilmente voleva imparare un saluto gentile o comunque di sicuro qualcosa di carino), è rientrata dal nuoto dicendomi: “Muovi il culo, Valeriona!”.

Lì per lì ci sono rimasta, lui era lì dietro che rideva e, sempre ridendo, ha spiegato a lei, ancora entusiasta e sorridente per aver detto una frase in italiano, il significato di quell’espressione: “Move your ass? Ooooh, no, Ale!! Bad boy… I’m sorry…

Ora è una cosa che così, dal niente, periodicamente salta fuori, e non solo in casa, ma anche in piscina, con gli altri, che hanno imparato anche a dire “DAI, DAI, DAI” per incitare qualcuno.

Tradotto: ormai quando vado a correre nello stesso orario e posto loro (non ovviamente “con loro”), è inevitabile che, incrociandoli, mi senta dire: “Dai dai dai!” o, peggio, “Muovi il culo, Valeriona!”.

Ma non poteva insegnar loro qualcosa di meglio, accidenti a lui!?

CON ALE NON VALE, uffa!

5 Replies to ““MUOVI IL CULO, VALERIONA!””

  1. E se l’anno prossimo ti saluteranno così anche i tuoi alunni?!… ti commuoverai o li riprenderai duramente?!
    Preparati … cara maestra!😂😂😂🤪

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