Mi è sempre piaciuto il mio compleanno. Mi piace la mia data di nascita, 8.9.89, e mi piace che arrivi così, a fine estate, perché da sempre è un momento per ritrovarsi dopo le vacanze e prima dell’inizio delle altre attività; non è un giorno in piena estate (in tanti nati in agosto si lamentano del fatto che tutti gli amici siano in vacanza e quindi non hanno mai modo di festeggiare), e non è neanche in inverno, col freddo e, peggio, durante la scuola! È vero, da piccola un po’ mi dispiaceva non poter mai fare la festa in classe, ma adesso meglio così… Non mi piacerebbe passare il mio compleanno a lavoro (anche se l’anno scorso mi sono cuccata SEI ore di corso sulla sicurezza).
L’8 settembre è un momento di passaggio, i miei amici mi hanno detto che la mia festa era sempre l’ultima prima dell’inizio della scuola, quindi dopo quella ci si metteva l’animo in pace, e si sapeva che di lì a poco sarebbe ricominciata la trafila. Ed io ho sempre apprezzato il fatto che mi arrivassero molti regali “a tema”: astucci, colori, evidenziatori… Si sa che noi maestre amiamo queste cose, e le amiamo fin da bambine. Per questo non c’è stato mai un anno in cui io non abbia festeggiato il mio compleanno; so che per molti non fa differenza, può essere un giorno come un altro, invece io ci tengo un sacco. È un giorno tutto tuo, in cui sei importante tu, in cui tutti hanno un pensiero per te; è il giorno in cui ti arriva qualche messaggio un po’ più profondo, dagli amici più stretti soprattutto, in cui le loro parole portano alla luce alcune tue caratteristiche, i tuoi punti forti, o semplicemente ti dicono perché sei importante per loro… ed è questo il bello, il rendersi conto di quanto la propria vita abbia portato qualcosa di buono anche nella vita di qualcun altro. Nel giorno del proprio compleanno si festeggia la propria nascita, e a volte fermarsi un attimo a pensare a cosa ne abbiamo fatto di questa nostra vita fino ad ora è terapeutico e stimolante. Abbiamo portato frutto? La presenza di tanti amici e di persone che ti vogliono bene, anche nei momenti più difficoltosi, è proprio la dimostrazione che forse, alla fine, qualcosa di buono l’abbiamo fatto, e che la nostra nascita e la nostra vita sono da celebrare. Perciò il ritrovo coi miei amici non manca mai, anche se per una semplice fetta di torta, a casa mia (che ora è “casa dei miei”, mio fratello ci tiene sempre a precisarlo, e vorrebbe pure che io pagassi l’affitto della taverna!).
Quest’anno i festeggiamenti sono durati ben tre giorni, tipo i matrimoni al Sud: il venerdì serata con gli amici, aspettando la mezzanotte insieme, anche se Ale solo all’idea aveva reagito con un: “Fino a mezzanotte?!?! Vabbè ok, ad un certo punto ti lascio lì e torno a casa, io ho il triplo domani…” (alla fine però ha resistito fino all’una e mezza). Sabato cenetta romantica io e lui, con vestito elegante e tacchi alti (dopo un’estate intera in shorts e top da corsa, scarpe da ginnastica e infradito); in questi anni, per coincidenze fortuite, Ale era sempre a casa il giorno del mio compleanno, o comunque nei paraggi, in modo tale da poterci vedere anche solo la sera; solo l’anno scorso era via, ed è inutile dire che tutto ha avuto un altro sapore, senza di lui. Quando sperimenti e vivi la lontananza, soprattutto in alcuni momenti speciali, poi impari ad apprezzare molto di più la presenza, anche se è solo per pochi giorni, o piuttosto “casuale” (del tipo che se non si fosse rotto la clavicola ad aprile, ora avrebbe dovuto essere in Australia, quindi dai, almeno un lato positivo a questo infortunio ce lo troviamo, no?).

Domenica, invece, pranzo in famiglia: abbiamo festeggiato insieme il compleanno mio, di mio fratello, di entrambi i miei genitori e la nascita di Andrea; praticamente l’unica CHe non ha ricevuto il regalo è stata mia sorella.
Riguardo ai regali… come spesso accade anche a Natale, il mio da parte loro me lo sono auto-pensato, auto-ordinato, e auto-impacchettato: il Kindle, così d’ora in poi non avrò più problemi con il peso dei libri in valigia!
Ma la domanda della settimana è: “E Ale? Cosa ti ha regalato Ale?”.
Apparte un allenamento in piscina con lui (sottinteso, nella corsia affianco), che è sempre molto apprezzato, il giorno prima aveva già messo le mani avanti: “Quest’anno avevo davvero tante idee per il tuo compleanno…” (una di queste era un cane, poi per fortuna gli ho detto che forse il nostro appartamento e il nostro stile di vita, al momento, mal si prestano ad una cucciola di Weimaraner).
“Sono ancora indeciso tra più cose… Però sì, non sta aspettarti che ti arrivi giusto domani, che non ce la faccio…”.
Tranquillo, Amore, sapevo già che CON ALE NON VALE per il regalo di compleanno!
