Dopo due settimane di ritiro, venerdì sera Ale è tornato a casa. Non dico “finalmente è tornato Ale” perché in realtà non mi sono ancora ripresa del tutto dal mese in cui l’ho avuto qui intorno a fare casino, a novembre, perciò sì, diciamo che non mi sono neanche accorta di queste settimane di lontananza, sono passate senza troppe difficoltà. Nel mentre, però, sono successe giusto un paio di cosette. Un giorno, andando a tenere i miei nipoti, ho pensato bene di mettere la macchina sotto il portico dei miei. Dai 18 anni in poi sono passata infinite volte tra quei due cancelli, vantandomi pure di non aver mai fatto neanche uno striscio alle macchine, a differenza dei miei fratelli (ricordo che una mattina mia sorella è rientrata in casa urlando “Papà! Il cancello È USCITO dalla corsia”, e sostenendo che lei, assolutamente, non l’aveva neanche toccato). Ma evidentemente io ormai ho perso le misure, ed ho fatto una mossa un pelino azzardata. Un botto mi ha riportata alla triste realtà, e la visione degli importanti graffi sul paraurti e, soprattutto, dei mille pezzi in cui era finita la fotocellula del cancello, mi hanno ingiustamente tolto per sempre la possibilità di dire “Ricordatevi che io non ho mai fatto danni!”. Ovviamente non ho chiamato subito mio papà… Ho preferito segnalare il problema nel gruppo della BarbaFamiglia. Mia sorella ha poi aggiunto: “Papà se vuoi è venuta a chiedere asilo qui da noi”.
Qualche sera dopo, stavo raccontando a mia mamma di quante parole avessi detto su ad Ale, che era andato in aeroporto a Bergamo con la mia macchina, lasciandomi, in queste due settimane, la sua, a secco sia di metano che di benzina, con una freccia che non funzionava, e oltretutto senza avere ancora fatto il cambio gomme. Poi la fatidica domanda: “Ma tu l’hai fatto il cambio alla tua? Non mi sembra tu sia venuta a prenderti le gomme invernali da noi…”. Bene, mi è toccato anche ammettere che ok, ogni tanto ci si può anche confondere e dimenticare le cose… ciò non toglie che lui mi abbia lasciato nei casini… E quindi organizzati, prenota il cambio gomme il 22 dicembre, di sabato, perché lui tornava il venerdì sera tardi, dai la sua macchina ai suoi, vai dai miei a prendermi la loro, porta la bici dal meccanico perché, nel frattempo, con due gradi, hai iniziato ad andare a scuola in bici ma non funzionano i freni, perciò sistemala, altrimenti con una bici senza freni e una macchina senza frecce, diventano pericolosi anche i due chilometri per raggiungere la scuola…
Sabato mattina (di solito per me dedicato al riposo), sveglia alle 7.30 perché lui deve andare a nuotare (“…che bello averti a casa, Amore!”), passa dai miei a prendere le gomme, porta la macchina dal gommista, aspetta lui che ti passi a prendere, e via per un altro appuntamento, scrocca un pranzo dalla sorella, con turno baby sitter incluso, e riconsegna la macchina ai miei. Sotto il portico mio papà, con un sorriso soddisfatto e beffardo, mi mostra orgoglioso la struttura protettiva in ferro massiccio che ha costruito attorno alla fotocellula nuova: “La prossima volta, prima di riuscire a spaccarmi la fotocellula, devi spaccarti tu tutta la macchina!”. Un paio di giorni prima, a mio papà era arrivata anche una multa. Comune di Bergamo. Inutile dire che sua non poteva essere, si trattava sicuramente della mia macchina. “Amore, ti ricordi quando hai voluto a tutti i costi andare a cena a Bergamo alta e tu hai bellamente ignorato i cartelli della ZTL?”.
Sabato mattina, oltre che di scambio auto e gomme, è stato anche momento di saldare i debiti: e di Ale che, anziché 70€ della multa, ne da a mia mamma direttamente 100. “Tanto… tra me e la Vale qua…”
Dopo questo periodo movimentato, stavolta CON ALE NON VALE l’hanno sicuramente pensato i miei!

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