Ok, è arrivato il momento di ammetterlo. Sarà dura, ma insieme potremo superarla. È giunto il momento di ammettere che abbiamo sviluppato un’intensa, forte, incontrollabile passione… per le trecce. Non sto parlando di me e mia nipote di 5 anni, ma di me e del mio futuro marito, che dopo 10 anni dentro l’Arma dei Carabinieri, sta avendo seri problemi con i suoi capelli.
Almeno lì, ogni tanto, i regolari incontri con Generali e Comandanti lo costringevano a fare un passaggio dal barbiere… Ora credo sia in piena fase di ribellione. In realtà Ale non è mai stato un grande appassionato dei capelli lunghi. Dice sempre che, se qualche anno fa gli avessero detto che si sarebbe trovato coi capelli lunghi e la coda, non ci avrebbe mai creduto. Eppure… Ora me lo ritrovo con degli splendidi riccioli d’oro e dei capelli che gli superano le spalle, che quando li lascia sciolti mi sembra tanto Sully de “La Signora del West”.
Ci sono state varie fasi, devo dire: da quella iniziale in cui sembrava uno degli One Direction a quando aveva la capigliatura tipica da gallina padovana. Poi vabbè, non che gli si possa dire più di tanto. Figo è figo lo stesso.
Anzi, a dir la verità a me piace molto coi capelli lunghi. Per quanto sia difficile da credere, poi, qual biondo dei boccoli non è tinto (alla fine Fabian dal parrucchiere non ci va perché non ha né voglia né tempo, figuriamoci se andrebbe a perderci tre ore per farsi meches o degradè). No, è l’effetto del cloro unito all’azione del sole durante gli allenamenti; in altre parole, gli si sono un po’ bruciati i capelli. Ed è lì che sta il bello: cioè, il mio intervento. Ho dovuto introdurlo all’uso del balsamo e di qualche olietto idratante per risollevare la salute della sua chioma da Simba.
Tutto per portare in salvo i Riccioli d’oro e permettere loro di arrivare in tutta la loro “biondezza” e lucentezza fino al 7 settembre. Se non che, ci ha pensato lui a rovinare tutto, ad aprile, con la malsana idea di farsi le treccine. Quelle strette strette, e non solo un paio, ma in tutta la testa! Ora, tenendo conto che i Belgians, due atleti del suo gruppo, qualche settimana fa si sono tinti di biondo paglia, so che non dovrei lamentarmi. Dopotutto, poteva sempre andarmi peggio. Però è innegabile che delle freccine di quel tipo siano uno stress non da poco per i suoi già fragili capelli… e per salvare il salvabile, ci siamo ritrovate, una sera di maggio, io e sua mamma a sciogliergliele una per una con gli stuzzicadenti. E aveva pure il coraggio di lamentarsi se per sbaglio gli tiravamo i capelli! Penso che quella sera ne abbia persi tipo 1/3.
In ogni caso, i Riccioli d’oro sono in salvo, manca poco più di un mese al D-Day, ma nonostante la salute e la lunghezza dei suoi capelli siano buone, le mie preoccupazioni non diminuiscono. Perché non ho la minima idea di come potrebbe pettinarsi quel giorno. E perché, di natura, ci trova un sacco di gusto a provocarmi e più gli dico: “Guarda che con la coda non ti sposo!”, più per lui diventa una missione dimostrarmi il contrario. E non con un semplice codino.
Come per i Pokemon, ora c’è stata l’evoluzione nel contesto gara, in cui la gestione dei capelli sotto cuffia e caschetto assume un certo grado di importanza. Eravamo partiti con un codino in alto, poi sono diventati due codini, uno in alto e uno in basso, perché la classica fascetta in una gara di triathlon è abbastanza improbabile che tu te la possa ritrovare dopo la prima frazione di nuoto. Nelle ultime due gare, i codini hanno lasciato spazio alla tipica pettinatura da triatleta… donna. Ossia, la TRECCIA. E, devo dire la verità, a forza di vedere le donne e le loro trecce durante ritiri e gare, hanno iniziato a piacere tantissimo anche a me. Il punto è che farsele da sola non è semplice, ci ho provato più volte ed ho sempre avuto pessimi risultati, oltre che un sacco di male alle braccia. Però, ogni volta che vado a fare le prove per l’acconciatura, chiedo sempre alla mia parrucchiera di farmi la treccia dall’alto, e non me la scioglierei mai. Quindi per carità, è una passione condivisa… Ma ammetto che vedere Ale con una treccia fa un certo effetto. Dopo la prima gara ad Amburgo, è uscito estasiato: “Oh, tutta un’altra vita con la treccia, è comodissima, e i capelli non scappano!”. Bene. Per fortuna si sposa sennò a qualcuno dei dubbi potrebbero anche venire…
E qui si allarga lo scenario delle possibili pettinature che potrebbe avere lui quel giorno. E io non posso espormi troppo, altrimenti chiaro come il sole che farebbe con gusto quello che io gli proibisco…
CON ALE NON VALE, perché io ho scartato l’idea della treccia come pettinatura del matrimonio (troppo prevedibile, conosce la mia passione e l’aveva immaginato subito), ma a questo punto potrei iniziare a preoccuparmi all’idea che si presenti lui con la treccia “da gara” quel giorno. Come gli ho ribadito più volte quando mi diceva (scherzando?!): “Me le rifaccio anche per il matrimonio le treccine”, mio papà, vedendolo, potrebbe davvero rigirarmi sulla porta della chiesa e riportarmi a casa diretta.