Capita spesso, per tutte le cose belle, di non godersele abbastanza, mentre le stiamo vivendo. Io e Ale siamo sposati da tipo 12 giorni, ma sembra già successo una vita fa; diciamo che passare poi di matrimonio in matrimonio (titolo di questo periodo: “4 matrimoni in 2 settimane”) ha un po’ favorito questo processo temporale. Mi butto sul letto e guardo il muro della camera dove ho appeso il quadro con la scritta “WELCOME TO OUR BEGINNING – 07.09.2019”.
Accoglieva i nostri amici e parenti al cancello della villa, e il momento in cui l’ho visto, arrivando in macchina, è uno dei pochi ricordi nitidi di quella giornata. In quel momento, so che avevo sonno. Era calata all’improvviso tutta l’adrenalina della celebrazione, l’emozione di vedere Ale all’altare, ci eravamo rilassati e sciolti facendo le foto “dalla Teresa”, un posto sui colli Euganei… Sì, ok, forse anche lo spritz del pit-stop con i fotografi aveva fatto la sua parte. Penso a questo cartello e a quanto tempo ci ho messo per idearlo, per scriverlo, per decorarlo e personalizzarlo con le ciocche e il tulle color tiffany. Lo rivedo davanti al cancello, mentre ce lo aprivano ed entravamo con la macchina, pronti per cominciare la nostra festa. Guardo il quadro e guardo la fede, così lucida, nuova. Sembra incredibile, ma mentre prima non mi separavo quasi mai dal mio anello di fidanzamento, ora a volte lo tolgo apposta, per vedere queso segno sulla mia mano, che ora sembra più “adulta”.
Mi fa ancora più effetto vederla su Ale, a volte è un tuffo al cuore quando intravedo la sua mano durante una videochiamata… Mettiamola che ci serve anche per ricordarci che è reale, che l’abbiamo fatto sul serio, visto che dopo neanche una settimana ci siamo divisi e ora siamo di nuovo separati da migliaia di chilometri.
Un post matrimonio non tradizionale, ma dopotutto non avrebbe potuto essere altrimenti: io ho ripreso la scuola, lui è partito per una gara in Cina. È la nostra “normalità”, anche se a volte è più dura di altre, perché i momenti forti della vita sono pochi, specialmente quelli belli; e noi spesso non riusciamo a goderceli fino in fondo, nel prima, nel durante e nel dopo.
Quando sentivo le persone dire che per un matrimonio ci sono un sacco di cose da fare, pensavo esagerassero.
Quando dicevano che si agitavano, pensavo non ci fosse nulla da agitarsi, solo da essere felici.
Quando un mio amico mi ha detto: “Dì ad Ale che i mesi prima del matrimonio sono stati i più brutti della mia vita”, ho pensato che per noi no, noi ce li saremmo goduti, noi avremmo preparato quel giorno in una nuvola d’amore e di gioia, in piena armonia come i topolini e gli uccellini di Cenerentola. E invece… tutto quello che ti dicono gli altri, alla fine si realizza.
È vero che ci sono infinite cose da fare, e restano infinite fino a pochi giorni prima, finché non decidi di rassegnarti e rinunci a qualcosa. È vero che ci si agita, che si litiga, che si arriva a pensare: “Chissà che arrivi ‘sto giorno, e che sia finita!”, perché non ne puoi più. È vero che passa tutto in un soffio, che quella giornata arriva e vola via, è vero che al tuo matrimonio non mangi nulla di quello che hai scelto con tanta cura, e che non capisci niente, dall’inizio alla fine. È vero che nonostante l’organizzazione minuziosa e la precisione maniacale, durata mesi e mesi, con ansie e litigate annesse… qualcosa non va come doveva. È vero anche che non se ne accorge nessuno, tranne te.
CON ALE NON VALE, però, perché se chiedi a lui ti dirà che andato tutto benissimo, come direbbe qualsiasi altro invitato. Ma perché in realtà lui non ha la minima idea di come erano state organizzate le cose. Peccato che, alla fine, mi pochi ammettere che vabbè, il nostro inizio è stato comunque perfetto così. Ed ora, un pezzetto alla volta, lo racconteremo.